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Frattura Vecchia

Il set straniante dentro la montagna abruzzese

Arrivare qui è, di per sé, audace. Inerpicarsi su per la montagna in una giornata di mezz’estate, attraversando un paesaggio lunare d’arbusti e terriccio scivoloso, è addirittura da spavaldi. Ma il set straniante che s’apre allo sguardo quando si arriva in cima all’altura vale quel viaggio dentro la montagna d’Abruzzo.

Del resto, già il nome ha un che d’intrigante.

Si chiama Frattura Vecchia ed è un borgo fantasma immerso nell’alta Valle del Sagittario, e nella singolare atmosfera che solo i luoghi abbandonati sanno trasferire.

E in effetti arrivare sul piazzale muto, abitato da una fontana che sgorga acqua corrente dal 1834, ispira una sensazione d’immobilità e riverenza che mentre stupisce, inquieta. Da qui si diramano quattro vicoli dai nomi fantasiosi: Castello, La Portazza, Zeppe di Pietre, Campo di Fiore. E poi c’è la chiesa, il cimitero, le stalle e i magazzini, ma tutto è diroccato e fermo, distrutto dal terremoto della Marsica del 1915.

Questo spazio uguale a sé stesso da cent’anni, è abitato oggi da appena 20 persone ed è per noi un luogo dell’anima. Forse perché tra le tegole storte si può immaginare come si viveva agli inizi del secolo scorso. O forse perché qui è in atto un progetto di recupero e ci piace pensare che torneremo a guardare il borgo con occhi nuovi. Si sa, gli abruzzesi sono tenaci, e capaci di forme insolite di resistenza montana. Ci diciamo spesso che riusciranno meravigliosamente nell’impresa.